Incontro con la Giuria Giovane

19 Novembre 2025, , ,

Lunedì 17 novembre una quarantina di ragazzi delle scuole superiori astigiane – Liceo Classico e Scientifico, Istituto Monti, Liceo Artistico, Istituto Giobert e IPSIA di Castelnuovo don Bosco – in rappresentanza dei 126 studenti che costituiscono la Giuria Giovane della 17.ma edizione del Premio Asti d’Appello si sono incontrati in Biblioteca con Carlo Francesco Conti per l’ormai consueto confronto a ruota libera sui libri finalisti che hanno letto durante l’anno.

Accompagnati dalle insegnanti che li hanno seguiti in questo percorso e stimolati da Conti, hanno espresso le loro valutazioni sui libri. Matteo Parodi dell’IPSIA Castigliano ha scelto di parlare di Bambino di Marco Balzano: “È un bel libro, lo valuterei 4 stelle e mezzo su 5! È scritto in modo facile e accattivante: ambientato nella seconda Guerra Mondiale, racconta la vita di un giovane che fa sempre scelte sbagliate nella speranza di poter appartenere a un gruppo”. A Rebeca Botez dello Scientifico il libro è piaciuto per l’approfondimento psicologico e introspettivo, che permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista. Anche Beatrice Bruzzone del Classico dà un giudizio positivo, anche se sottolinea che i numerosi scarti temporali possono disorientare il lettore.

Ajla Villari del Monti affronta Madama Matrioska di Anja Boato “Si tratta di una sola storia fatta di tante storie collegate, da cui risulta un libro particolarmente originale per la tecnica con cui è composto. Tratta tematiche psicologiche, non è riconducibile a un genere specifico e proprio questo lo rende interessante. I protagonisti non sono persone normali perché ciascuno di essi sta vivendo un momento particolare della propria esistenza. È un libro che spinge a riflettere sull’attenzione che prestiamo agli altri e che mostra come i rapporti tra le persone, anche se non si conoscono, possono causare cambiamenti radicali nella vita di ciascuno”. Anche Martina Della Bella dello Scientifico ha apprezzato molto Madama Matrioska, nonostante le situazioni crude che vivono i protagonisti, ma ne consiglia la lettura senza interruzioni per coglierne fino in fondo la struttura originale; per Ilaria Bertello dello Scientifico è una tecnica di composizione che all’inizio spiazza, ma poi cattura: “In fondo è un po’ come la vita che cambia continuamente”.

Opinioni diverse si confrontano su La montagna nel lago di Jacopo De Michelis: per Beatrice Bruzzone del Classico regge bene la trama ‘gialla’ e il finale, del tutto inaspettato, spiazza ma lascia soddisfatti. Critica invece Alja Villari del Monti, che giudica la storia poco accattivante e soprattutto stigmatizza la descrizione dei personaggi femminili, poco definiti e ridotti a puri oggetti del desiderio maschile.

Sveva Lavina del Giobert ha apprezzato di Luisa di Paola Jacobbi, bella biografia romanzata di Luisa Spagnoli, che tra fine ‘800 e inizio ‘900 in una società che ancora non accettava l’imprenditoria femminile riesce con intraprendenza e spirito indipendente a creare e dirigere una propria azienda.

Virdimura di Simona Lo Iacono è piaciuto ad Alice Panissola dell’IPSIA perché la protagonista è una donna che deve affermarsi in un mondo di uomini e che si impegna a curare tutti i malati senza alcuna discriminazione; ma la lingua, ricca di arcaismi, ha reso a volte pesante la lettura. Concorda Rebeca Botez dello Scientifico, che apprezza in modo particolare il fatto che il romanzo affronti il tema del ruolo della donna nella società, fondamentale nel medioevo di Virdimura come nel mondo moderno.

Rebecca Gardino del Monti non ha dubbi: “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol è il libro più bello di questa edizione. La trama è piatta, non succede nulla, non ci sono colpi di scena, ma ho apprezzato lo stile e il coraggio di raccontare il dolore in modo originale, attraverso gli oggetti. È un libro che va letto perché suscita empatia”. Anche Ajla Villari del Monti valuta il romanzo molto interessante per l’universalità della storia e la peculiare struttura, che associa un oggetto a un’emozione. Per Noemi Barra dell’Artistico Inventario è uno dei libri più belli di questa edizione, capace di trattare splendidamente un tema tragico. Ha particolarmente apprezzato il fatto che i protagonisti non abbiano un nome proprio, ma siano identificati dai rapporti di parentela (Madre, Padre…) così da segnare la linea di separazione tra immaginazione e realtà. Per Rebecca De Maris del Giobert si tratta di un libro molto particolare, privo di una trama consequenziale, che ricorda quanto sia importante stare vicino alle persone care.

Bebelplatz. La notte dei libri bruciati di Fabio Stassi è piaciuto moltissimo a Filippo Lazzarato del Classico: “è un libro che va oltre il genere, offrendo al lettore un’esperienza di lettura stratificata e appagante, un’indagine profonda sui meccanismi della memoria, un libro capace di turbare e far riflettere, un’opera necessaria per chiunque voglia confrontarsi con le ombre del passato e comprendere come esse continuino a influenzare il presente”.

Conclude la rassegna I giorni di Vetro di Nicoletta Verna, che per Ajla Villari del Monti “non è un libro per tutti, perché a tratti è molto violento. Il contesto – la nascita e l’evoluzione del fascismo – è noto e piuttosto abusato, ma il romanzo è reso particolarmente interessante dalle vicende delle due protagoniste, appartenenti a due fasce sociali diverse, le cui strade alla fine si incrociano”.

La particolare classifica che Conti stila valutando i libri che gli studenti consigliano di leggere rispetto a quelli che invece li hanno coinvolti di meno vede al primo posto Virdimura e al secondo a pari merito Madama Matrioska e Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia: domenica il verdetto delle giurie popolari e togate confermerà o confuterà questa particolare graduatoria.

Incontro con la Giuria Giovane

Published On: 19 Novembre 2025Tags: , , ,

Lunedì 17 novembre una quarantina di ragazzi delle scuole superiori astigiane – Liceo Classico e Scientifico, Istituto Monti, Liceo Artistico, Istituto Giobert e IPSIA di Castelnuovo don Bosco – in rappresentanza dei 126 studenti che costituiscono la Giuria Giovane della 17.ma edizione del Premio Asti d’Appello si sono incontrati in Biblioteca con Carlo Francesco Conti per l’ormai consueto confronto a ruota libera sui libri finalisti che hanno letto durante l’anno.

Accompagnati dalle insegnanti che li hanno seguiti in questo percorso e stimolati da Conti, hanno espresso le loro valutazioni sui libri. Matteo Parodi dell’IPSIA Castigliano ha scelto di parlare di Bambino di Marco Balzano: “È un bel libro, lo valuterei 4 stelle e mezzo su 5! È scritto in modo facile e accattivante: ambientato nella seconda Guerra Mondiale, racconta la vita di un giovane che fa sempre scelte sbagliate nella speranza di poter appartenere a un gruppo”. A Rebeca Botez dello Scientifico il libro è piaciuto per l’approfondimento psicologico e introspettivo, che permette al lettore di immedesimarsi nel protagonista. Anche Beatrice Bruzzone del Classico dà un giudizio positivo, anche se sottolinea che i numerosi scarti temporali possono disorientare il lettore.

Ajla Villari del Monti affronta Madama Matrioska di Anja Boato “Si tratta di una sola storia fatta di tante storie collegate, da cui risulta un libro particolarmente originale per la tecnica con cui è composto. Tratta tematiche psicologiche, non è riconducibile a un genere specifico e proprio questo lo rende interessante. I protagonisti non sono persone normali perché ciascuno di essi sta vivendo un momento particolare della propria esistenza. È un libro che spinge a riflettere sull’attenzione che prestiamo agli altri e che mostra come i rapporti tra le persone, anche se non si conoscono, possono causare cambiamenti radicali nella vita di ciascuno”. Anche Martina Della Bella dello Scientifico ha apprezzato molto Madama Matrioska, nonostante le situazioni crude che vivono i protagonisti, ma ne consiglia la lettura senza interruzioni per coglierne fino in fondo la struttura originale; per Ilaria Bertello dello Scientifico è una tecnica di composizione che all’inizio spiazza, ma poi cattura: “In fondo è un po’ come la vita che cambia continuamente”.

Opinioni diverse si confrontano su La montagna nel lago di Jacopo De Michelis: per Beatrice Bruzzone del Classico regge bene la trama ‘gialla’ e il finale, del tutto inaspettato, spiazza ma lascia soddisfatti. Critica invece Alja Villari del Monti, che giudica la storia poco accattivante e soprattutto stigmatizza la descrizione dei personaggi femminili, poco definiti e ridotti a puri oggetti del desiderio maschile.

Sveva Lavina del Giobert ha apprezzato di Luisa di Paola Jacobbi, bella biografia romanzata di Luisa Spagnoli, che tra fine ‘800 e inizio ‘900 in una società che ancora non accettava l’imprenditoria femminile riesce con intraprendenza e spirito indipendente a creare e dirigere una propria azienda.

Virdimura di Simona Lo Iacono è piaciuto ad Alice Panissola dell’IPSIA perché la protagonista è una donna che deve affermarsi in un mondo di uomini e che si impegna a curare tutti i malati senza alcuna discriminazione; ma la lingua, ricca di arcaismi, ha reso a volte pesante la lettura. Concorda Rebeca Botez dello Scientifico, che apprezza in modo particolare il fatto che il romanzo affronti il tema del ruolo della donna nella società, fondamentale nel medioevo di Virdimura come nel mondo moderno.

Rebecca Gardino del Monti non ha dubbi: “Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia di Michele Ruol è il libro più bello di questa edizione. La trama è piatta, non succede nulla, non ci sono colpi di scena, ma ho apprezzato lo stile e il coraggio di raccontare il dolore in modo originale, attraverso gli oggetti. È un libro che va letto perché suscita empatia”. Anche Ajla Villari del Monti valuta il romanzo molto interessante per l’universalità della storia e la peculiare struttura, che associa un oggetto a un’emozione. Per Noemi Barra dell’Artistico Inventario è uno dei libri più belli di questa edizione, capace di trattare splendidamente un tema tragico. Ha particolarmente apprezzato il fatto che i protagonisti non abbiano un nome proprio, ma siano identificati dai rapporti di parentela (Madre, Padre…) così da segnare la linea di separazione tra immaginazione e realtà. Per Rebecca De Maris del Giobert si tratta di un libro molto particolare, privo di una trama consequenziale, che ricorda quanto sia importante stare vicino alle persone care.

Bebelplatz. La notte dei libri bruciati di Fabio Stassi è piaciuto moltissimo a Filippo Lazzarato del Classico: “è un libro che va oltre il genere, offrendo al lettore un’esperienza di lettura stratificata e appagante, un’indagine profonda sui meccanismi della memoria, un libro capace di turbare e far riflettere, un’opera necessaria per chiunque voglia confrontarsi con le ombre del passato e comprendere come esse continuino a influenzare il presente”.

Conclude la rassegna I giorni di Vetro di Nicoletta Verna, che per Ajla Villari del Monti “non è un libro per tutti, perché a tratti è molto violento. Il contesto – la nascita e l’evoluzione del fascismo – è noto e piuttosto abusato, ma il romanzo è reso particolarmente interessante dalle vicende delle due protagoniste, appartenenti a due fasce sociali diverse, le cui strade alla fine si incrociano”.

La particolare classifica che Conti stila valutando i libri che gli studenti consigliano di leggere rispetto a quelli che invece li hanno coinvolti di meno vede al primo posto Virdimura e al secondo a pari merito Madama Matrioska e Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia: domenica il verdetto delle giurie popolari e togate confermerà o confuterà questa particolare graduatoria.

I finalisti 2025