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Le recensioni di Massimo Cotto: MELANIA SORIANI
MELANIA SORIANI, Bly (Mondadori)
Anche quando racconta una vita vera, un romanzo non è un saggio, un ceppo di storia. Un romanzo è un tronco di vita su cui l’autore o l’autrice incidono, tagliano, innestano. Ma quel che alterano è solo il contorno, quel che aggiungono è solo l’orpello, l’abbellimento, la rifinitura che rende tutto più letterario, ma non per questo meno vero.
Questo, dunque, è un romanzo che racconta la storia vera oltre ogni ragionevole dubbio di Elizabeth Jane Cochran, una donna di cui si è sempre saputo poco o nulla, e questa è già una sconfitta per tutti, perché le storie delle donne rimangono sempre nell’ombra fino a quando arriva un’altra donna, una scrittrice, a illuminarne la bellezza. E allora vale tutto. Che sia neon o proiettore, pila o candela, l’importante è che sia luce.
Ce n’è tanta in questo libro bellissimo dove si racconta una vita che sono molte vite, come scatole cinesi. O forse no, qui c’è una vita sola che però nasce da altre vite perché ogni volta c’è una rinascita che segue la sofferenza e l’ostinazione, quella di una donna che non accetta che siano altri a decidere la sua strada. Ci viene chiesto di essere tutti uguali, dice. E lei si sporge sempre oltre al bordo, vuole vedere che vita c’è là sotto, perché magari è proprio la sua.
Nasce femmina, dopo 12 maschi, in una famiglia numerosa e bella, sconquassata però dalla morte del padre che rimette tutto in gioco, economie e serenità. Pink, come viene chiamata fin dalla nascita Elizabeth, prende a calci il destino che altri hanno scritto per lei. Volevano fosse sposa e madre, come tutte le donne della sua epoca, è riuscita a diventare giornalista e pioniera, l’inventrice dell’undercover journalism, del giornalismo d’inchiesta sotto copertura.
Melania Soriani, dopo un lungo lavoro di ricerca storica e di revisioni, racconta in prima persona e lo fa con un’efficacia tale da posizionare Nellie Bly, questo lo pseudonimo che sceglie per raccontare le sue storie sui giornali, sempre vicino a te. A mano a mano che procedi nella lettura capisci che sul comodino non c’è un libro, ma un personaggio. Anzi, una persona, perché esce dalle pagine e prende vita. E alla fine capisci che è stata sì una figura leggendaria del giornalismo ante-litteram, ma capisci anche che quel che ha fatto vale anche per te che sei uomo, perché non bisogna mai barattare con niente la libertà di essere ciò che sei, di diventare ciò che vuoi.
Massimo Cotto
foto Franco Rabino
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