A grande richiesta, le recensioni dei libri dei finalisti dell'edizione appena conclusa del nostro Premio, curate da Massimo Cotto e corredate dalle dediche "virtuali" degli autori.
Romana Petri, "Il figlio del lupo" (Libri Mondadori):
Jack London, basta dirlo ad alta voce e appare un mondo, come strofinare la lampada magica e vedere che dal fumo esce lo spirito che la abita. Jack London, il migliore, lo scrittore che andava oltre ogni limite, che mordeva la realtà ma che al tempo era il più fantastico dei visionari, che respirava il fiato dei cavalli perché era convinto che da quel fiato arrivassero notizie di un altro mondo.
Jack London era figlio del lupo, era primitivo e moderno, aveva una virilità che sapeva di tabacco e una sola debolezza: era consapevole che la strada avrebbe avuto presto una fine. “Mi è toccata in sorte la velocità delle meteore”, diceva. Sapeva che non sarebbe vissuto a lungo e per questo occupava ogni minuto, e quel vivere sempre pienamente si trasformò in ossessione e quell’ossessione in solitudine, perché nessuno, nemmeno chi lo amava, poteva entrare dentro quella solitudine. Poteva reggere i suoi ritmi, viaggiare con lui, ma non dentro di lui. Dicevano che era una montagna di vita, ma anche le montagne hanno le loro frane, le valanghe, le mutilazioni.
Jack London, cosa può aggiungere un romanzo su di lui che è in parte biografia e in parte, semplicemente e meravigliosamente, viaggio? Può aggiungere molto, perché qui Romana Petri racconta la grandezza di un uomo che ha sempre saputo di non essere grande abbastanza per essere felice. Aveva cominciato a scrivere quando era poco più che analfabeta, ma sapeva arrivare all’anima delle cose, era pronto ad annullarsi per ottenere l’atmosfera che serviva a scrivere.
In Figlio del lupo c’è il suo procedere dal niente al tutto andata e ritorno. E ci sono le sue donne, fondamentali per lui e per il romanzo: la madre, che parlava con i morti e la sorella Eliza, sempre al suo fianco; e poi, le femmine che ha amato o creduto di amare: Mabel, Bessie, Anna e Charmian, che ha disperatamente tentato di essere tutte le donne di cui Jack London aveva bisogno. Lui, figlio del lupo costretto a non avere mai un branco.
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